Anniversario della Vittoria, festa dell'Unità Nazionale e delle FF.AA 2022
Il saluto del Capogruppo Tiziano Beretta Buongiorno a tutti e grazie della vostra presenza
Saluto e ringrazio tutte le autorità intervenute e in particolare:
- il Sindaco di Como Alessandro Rapinese, l’Assessore Nicoletta Anselmi, il consigliere comunale Gabriele Guarisco, il consigliere sezionale Alessandro Clerici, la Madrina del Gruppo Lorenzina Longhi, il Comandante della Stazione carabinieri di Albate Mario Iappelli, il parroco della comunità Albate-Muggiò don Luigi Savoldelli, il Commissario della polizia di Stato Adelio Parenti, il Corpo musicale Albatese, l’Associazione marinai d’Italia, l’Associazione Venezia Giulia Dalmazia, tutti i rappresentanti delle Associazioni e la popolazione albatese
Centoquattro anni, il 4 novembre 1918, terminava la catastrofe della Prima Guerra Mondiale che coinvolse le principali potenze europee e non solo tra il luglio 1914 e il novembre 1918 e che causò un’ autentica ecatombe.
Le stime ufficiali raccontano di oltre 16 milioni di morti e almeno 20 milioni tra feriti e mutilati, sia militari che civili. Cifre che fanno della Grande Guerra uno dei più sanguinosi conflitti della storia umana. .
Ma, in contrapposizione, il 4 novembre 1918 può essere considerato anche come l’inizio di un periodo di pace; uno di quei giorni che vorremmo si possa ripetere sempre laddove le guerre continuano ad essere lo strumento di morte e distruzione per cercare inutilmente soluzioni ai problemi politici, economici e sociali. .
La Storia Maestra di Vita ha sempre insegnato che la guerra non ha mai risolto niente; semmai ha contribuito alla nascita di altri conflitti. .
Il Beato don Carlo Gnocchi, nel suo libro “Restaurazione della persona umana” così ha scritto:” La guerra nasce da un disordine morale, molto prima che da uno squilibrio economico o da una perturbazione dell’ordine politico. La guerra nasce dalla colpa. Quello che conduce inesorabilmente al conflitto è la superbia e l’egoismo delle nazioni potenti, la cupidigia e l’ottusità dei popoli ricchi, l’odio artificiosamente acceso tra le nazioni e le razze, la sfiducia e l’instabilità dei rapporti internazionali, l’arbitrio di quelli che governano, l’edonismo che mina le basi della vita individuale e fa decadere quella delle nazioni, la prepotenza, l’ingiustizia, la menzogna, l’invidia, la calunnia. In una parola tutto il triste corteggio delle passioni e delle colpe umane.
La guerra è un momento di distacco dell’uomo da Dio, come legge morale, è un temporaneo abbandono degli eventi storici alla logica inflessibile dell’errore”.
[…] Il mondo non è mai stato così uno come oggi; ma per ora, soltanto di una unità corticale esteriore causata dal progresso tecnico. E’ compito del progresso spirituale quello di dare al mondo anche l’unità interiore; l’idea universale nella quale tutti possono trovarsi fratelli”.
Parole profetiche scritte settanta fa ma che contengono ancora un’attualità disarmante.
Dunque, la ricorrenza del 4 novembre sia davvero un momento di ripudio della guerra e - insieme - di ricordo per tutti coloro che, per sua causa, hanno perso la vita. Li accomuniamo tutti i Caduti; di ogni guerra, di ogni tempo e luogo e a qualsiasi nazione siano essi appartenuti.
Con un particolare pensiero a ciò che da otto mesi sta succedendo in Ucraina, nella speranza che il prima possibile la volontà di dialogo abbia il sopravvento.
Ce lo auguriamo di cuore per il futuro del mondo, per il futuro dei nostri giovani e bambini, con l’impegno che ognuno di noi si impegni alla costruzione del bene comune.
VIVA L’ITALIA, VIVA GLI ALPINI, VIVA IL GRUPPO DI ALBATE!
Grazie a tutti quanti hanno partecipato. Un grazie anceh a Luigi Zanfrini per le sue sempre splendide foto.