In ricordo di Gaetano Galmarini e Erminio Fasola
Gaetano Galmarini, il sergentmagiur del gruppo, classe 1932, è andato avanti. Alpino tutto d’un pezzo, fiero portatore
della penna nera, instancabile volontario del Nucleo di Protezione Civile Alpina di Como, dopo la morte della moglie Anna, avvenuta un paio d’anni fa, è stato costretto a fare i conti con la solitudine, grande nemica del suo carattere, che lo ha fatto salire al Paradiso di Cantore.
Gaetano era un Alpino incapace di star fermo. Nei suoi lunghi anni di appartenenza alla Protezione Civile ha sempre svolto le mansioni affidategli con passione, precisione e meticolosità. Per molto tempo è stato responsabile del magazzino che ha curato con competenza, consapevole che ogni singolo prodotto o pezzo o arnese o qualunque cosa era importante al di là del suo valore economico.
E quando al raggiungimento degli ottant’anni ha dovuto abbandonare, non ha scelto il dolce far niente ma ha ricominciato un’altra attività di volontariato meno impegnativa ma sempre importante per l’aiuto a chi ha bisogno. Questo suo modo di comportarsi l’ha fatto benvolere da tutti i colleghi e dai responsabili sezionali.
Iscritto al Gruppo di Albate da tanti anni, era assiduo frequentatore delle attività organizzate, qualche volta critico, ma di quella critica dettata dal desiderio di migliorare le cose.
Lascia un bellissimo ricordo di sé ma soprattutto un esempio di alpinità la cui fiaccola ora è nelle nostre mani per essere tenuta accesa. Grazie Gaetano.
L’Alpino Erminio Fasola, classe 1935, camerlatese di nascita e di residenza, è approdato al Gruppo Alpini di Albate l’anno precedente all’insorgere della pandemia. Ma nonostante il breve periodo di frequentazione – dal marzo 2020 il Covid ha bloccato tutto - la presenza assidua di Erminio presso la sede del Gruppo al venerdì sera, è stata molto proficua. Una persona semplice, di quella semplicità naturale che nasce dalla saggezza di un’intera vita. Erminio era affabile, umile e rispettoso, papà di un sacerdote – don Alberto Fasola – e della figlia Anna Chiara Consacrata all’Ordo Virginum. Aveva lavorato per molti anni all’ Azienda Turismo di Como e in questa attività aveva maturato una grande capacità di rapportarsi con la gente e, naturalmente, anche con gli amici Alpini. Ogni volta che compariva il venerdì sera in sede non era mai a mani vuote; aveva sempre un libro, un ritaglio di giornale o la copia di qualche documento storico che trovava qua e là e che desiderava far conoscere; la sua è stata una frequentazione del Gruppo breve ma intensa. Lo ricorderemo così, come Alpino capitato ad Albate per suo espresso desiderio e che, nel poco tempo che gli è rimasto, è stato un segno importante. Grazie Erminio, adesso puoi continuare a far compagnia alle Penne Nere albatesi nel Paradiso di Cantore.