Due ultimi atti d’amore - In ricordo dell’ Alpino Guido Cogo
Non potremo mai dimenticare l’ Alpino Guido “Cogo” – classe 1933 - e il suo caratteristico cognome; se normalmente gli amici - soprattutto gli amici Alpini - si chiamano sempre e ovunque con il loro nome di battesimo preceduto da “vecio” o “bocia” a seconda dell’età, per Guido era cosa più che normale essere chiamato “Cogo”, cioè con il suo cognome. Ma, nonostante questa inusuale e inconsueta abitudine il “Cogo” è stato, è e sarà sempre per il Gruppo di Albate uno degli Alpini più caratteristici: simpatico, arguto, con la risposta sottile, ironica, sagace, sempre pronta a qualsiasi sollecitazione da qualunque parte provenisse. Ascoltandolo si aveva l’impressione di aver di fronte una persona che, nel corso della vita, aveva studiato e non poco; ma siccome ciò non era vero – e lui lo ammetteva sempre con il suo caratteristico modo tra lo scanzonato e il disinvolto – succedeva che tutte le conversazioni nelle quali era coinvolto terminavano con risate spontanee e simpatiche, a dimostrare che la vita umile è sostenuta non tanto dallo studio, quanto dalla saggezza, dal buonsenso e soprattutto dall’ esperienza accumulata negli anni.
Ha scritto il filosofo greco Epicuro:”…di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia”. Un’affermazione antica e senza tempo, che aiuta a capire come ha vissuto “Cogo”; in modo particolare gli anni successivi alla scomparsa dell’amatissima moglie Lia dalla quale erano nate le gemelle Emma, Ilaria e il figlio Luca; una famiglia unita che ha sempre condiviso le difficoltà aiutandosi reciprocamente, quasi una “rarità” ai nostri tempi nei quali si è sempre meno amici in un società spesso sterile e priva di umanità.
La sua saggezza, la sua umiltà ma soprattutto la sua grandezza d’animo lo hanno portato a prendere due decisioni che onoreranno il suo ricordo. Prima di salire al “Paradiso degli Alpini di Cantore” ha indicato ai familiari due desideri: innanzitutto la decisione di donare le cornee per ridare la vista a due persone che ne sono prive e che potranno vedere nel suo nome anche se non l’hanno mai conosciuto; poi la volontà di indossare quale “ultimo vestito” la camicia distintiva del Gruppo Alpini di Albate. Due desideri che, pur diversi tra loro, sono il segno di una generosità straordinaria verso il prossimo e verso gli amici Alpini di Albate.
Caro “Cogo”; ora sei entrato a far parte del “Gruppo Alpini di Albate in Paradiso” e in questo luogo privo di sofferenza ti sarà chiesto di continuare ad essere lo stesso che ti abbiamo conosciuto noi, con il tuo stile di amico simpatico, arguto e soprattutto con la saggezza nel cuore.
Ai tuoi familiari un pensiero di cordoglio e una preghiera.
Gli Alpini del Gruppo di Albate