

dal sito "Ana.it!
Debuttano ufficialmente i simboli di ogni Adunata Nazionale degli Alpini, selezionati tramite concorso. In questa edizione sono dedicati al Centenario della fondazione dell’Ana. Entrambi i vincitori sono del comasco.
Il manifesto ufficiale dell’Adunata 2019 - opera di Tiziano Tavecchio di Castelmarte (Como), socio del Gruppo Alpini di Castelmarte - rappresenta il forte legame tra Milano e gli Alpini, tramite la comune devozione alla Madonna. In questo caso la “Madunina tuta d’ora” che, adorna del Tricolore, domina con il suo profilo la scena. Nella parte inferiore del manifesto lo skyline del capoluogo lombardo, dai suoi monumenti-simbolo fino ai nuovi grattacieli di City Life e Porta Nuova. Sotto al logo dell’Ana una penna nera con la nappina rossa che svetta dal numero 92.
La medaglia della 92a Adunata è disegnata da Alessio Famlonga di Lurago d’Erba (Como), socio del Gruppo Alpini di Costamasnaga (Lecco). Sul lato frontale la sagoma inconfondibile del Duomo di Milano, sormontata da tre penne alpine - con nappina bianca, rossa e verde - che si elevano al cospetto delle guglie. Sul retro i loghi del Comune di Milano e dell’Ana, contornati dalle date dell’Adunata (10, 11 e 12 maggio 2019) e del Centenario (1919-2019).
Le medaglie saranno acquistabili nei giorni dell’Adunata al costo di 5 euro presso i punti vendita autorizzati.
All'Alpino Tiziano Tavecchio, consigliere sezionale di Como, e ad Alessio Famlonga di Lurago d’Erba (Como), socio del Gruppo Alpini di Costamasnaga (Lecco), i complimenti del nostro Gruppo per gli splendidi lavori.
Bella serata quella del 1 dicembre ad Albate. Ricordi della Grande Guerra è uno spettacolo di ricordi e canti che ripercorrono le vicende della Grande Guerra.
Il Coro Nigritella e la Associazione Felice Splinder di MOnteolimpino ci raccontano gli eventi che portarono al primo grande conflitto mondiale ma , insieme alla storia, raccontano anche le vicende dei soldati che la guerra l’ hanno vissuta in prima persona. In particolare vengono citato alcune parti del diario dell’ Alpino di Lomazzo Attilio Figini, nato a Lomazzo il 14 settembre 1895, figlio di Giovanni, contadino morto nel 1910, vittima del ciclone che colpì Lomazzo, al ritorno dalla prigionia continua l’attività di contadino e quindi si occupa del commercio di legna e carbone. Muore a Lomazzo il 31 dicembre 1959 e di Luigi Re padre del consigliere sezionale Pietro Re.
Nelle pagine del diario , raccontate degli attori della Splinder, viviamo dapprima la paura e l’ attesa degli eventi, poi la tragedia dei primo scontri e infine il periodo di prigionia. La voce fuori scena fa un resoconto storico degli eventi, citando poi personaggio quali D’Annunzio e Ungaretti.
Il Coro, davvero bravo e diretto dal M° Camporini, ha proposto il repertorio classico della tradizione alpina.
Durante gli stessi brani musicali come detto alla presentazione della serata, venivano proposti i nomi di tutti i Caduti di Albate che nella serata volevamo essere ricordati.
Attilio Figini così conclude il suo preziosissimo diario.
“ Se dovessi soccombere chi mi trova indosso questo libretto faccia il favore di mandarlo alla signora Maria Figini – via Cirimido-Lomazzo- Provincia di Como” . Ed è cosi che il diario è arrivato a noi anche merito delle figlie di Attilio , Ombretta e Mariateresa presenti alla serata.
Qui sotto riportiamo il finale dello spettacolo.
“Per fortuna è riuscito lui stesso a riportarlo a casa e lasciarlo ai suoi cari. Non così per Decio Raggi ed il tenente Ferrero, mentre il pittore Fortunato Depero ed il poeta Giuseppe Ungaretti sono sopravvissuti a quei terribili avvenimenti. Molti..troppi…dopo aver patito a lungo nei campi d’internamento, come per Attilio Figini, sfiancati nel fisico, ma specialmente nello spirito, sono tornati in famiglia.
Attilio, Luigi, Decio, Fortunato, Giuseppe, Antonio ci hanno raccontato, come è d’uso dire oggi in televisione, “in diretta” la loro storia, ma essi rappresentano i migliaia e migliaia di nomi che “ la diretta” l’hanno vissuta e conclusa sui campi di battaglia o in prigionia.
Nella storia degli ALPINI, riassunta nel racconto “ IL CAPPELLO ALPINO”, proprio il tanto amato e prezioso cappello ad un certo momento esclama:
Il mio nome è Bepi..o Giulio, ma anche Alfredo, Giovanni, Antonio, Luigi, Ambrogio, Marco….e Franco, Alessandro, Giuseppe…bastaa!....Basta, non ce la faccio, non posso ripensare a tutti quegli innocenti morti!
Prima di rendere omaggio a loro con il nostro “INNO NAZIONALE” vogliamo concludere il nostro memoriale con due righe che paiono sconclusionate ed emblematiche, di Attilio Figini, scritte lunedì 30 settembre 1916 e specialmente con il suo drammatico appello che vuole essere grido di dolore, ma specialmente di ammonimento e speranza per noi:
Pioggia-pioggia-pioggia, orologio e ora: oh, destino codardo!
Chi troppo pena e chi gode amaro …..ricorda!!
Una semplice ma grande serata per Ricordare e rendere Memoria ai sacrifici di tanti italiani cento anni fa.
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